assiomi della comunicazione

Creare una cultura del feedback

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Iniziamo a parlarci, non facciamo monologhi!
Iniziamo a parlarci, non facciamo monologhi!

L’argomento del post di oggi lo ritengo particolarmente importante in quell’ottica di cambiamento delle nostre abitudini, ormai fuori tempo e non più in linea con il nuovo mondo di pensare il lavoro e di fare impresa; sto parlando della necessità di creare una cultura reale del feedback.

Partiamo dal cosa si intende con il termine inglese feedback, composto dai termini feed (dare, fornire) e back (restituire, ritornare) può tranquillamente essere tradotto in italiano come la capacità di restiture ad ipotetico interlocutore, la nostra opinione in merito a quanto da lui esposto.

La maggior parte di voi dirà “beh non è quello che facciamo ogni giorno quando parliamo con le persone che incontriamo?“, in effetti la comunicazione non è altro che un processo circolare, rifacendomi a Paul Watzlawick (5 assiomi della comunicazione) possiamo dire che “all’interno di un qualsiasi sistema interpersonale, ogni persona influenza l’altra con il proprio comportamento ed è parimenti influenzata dal comportamento altrui“. In questo contesto però voglio parlare della comunicazione in ambito lavorativo, siamo così sicuri di saper ascoltare il nostro interlocutore? Siamo certi di essere in grado di accettare la sua opinione specie se diversa dalla nostra?

Sono sicuro che molti di voi a questo punto non troveranno più così scontati i concetti di questo post; nelle aziende ed in particolare nei rapporti tra ruoli più elevati e collaboratori, non sempre questa regola basilare della comunicazione umana è applicata. Sarà capitato a tutti di essere stati chiamati dal proprio referente e sentirsi dire che alcune cose non sono state fatte bene o che sarebbe possibile migliorare alcune delle attività di cui vi occupate ed uscendo dall’incontro vi sarete ripetuti nella vostra testa o con i vostri colleghi davanti alla macchina del caffè: “ecco come al solito non gli va mai bene nulla“; viceversa altrettante volte vi sarà stato chiesto dai nostri referenti di compilare questionari di valutazione sulle attività dell’azienda per cui lavoriamo o di esprimere la vostra opinione su determinate circostanze senza poi vedere cambiare alcunché. Perchè accade questo?

Perchè quando riceviamo un feedback che non combacia con quello che vorremmo sentirci dire ci mettiamo subito sulla difensiva e lo rifiutiamo a priori, perdendo l’opportunità di cogliere sfumature diverse che possono aiutare a crescere ed a migliorarci.

In un momento come quello attuale, questa chiusura non porta più da nessuna parte, il cambiamento che deve investire la nostra cultura in modo sicuramente più ampio, passa anche dal cambiare il nostro approccio nell’ascoltare punti di vista diversi dal nostro, sia che siamo collaboratori, a maggior ragione se siamo figure manageriali.

Come dare un feedback?

La cosa principale è quella di restare fermi sui comportamenti mai scendere sul personale, un conto è dire: “questa cosa poteva essere fatta diversamente” un’altro dire: “non sei capace di fare nulla“. Nel primo caso sto dando la mia opinione su un fatto ben delineato e delimitato nel secondo la mia opinione riguarda la persona nella sua interezza, cosa ben diversa.

Come ricevere un feedback?

Beh dobbiamo imparare una cosa fondamentale saper ASCOLTARE, sembra facile ma non lo è affatto ed in seconda battuta non rispondere mai a caldo, ma prendersi il tempo per riflettere e rielaborare ciò che ci è stato detto.

Far crescere la cultura del feeback in azienda permette sicuramente di instaurare un clima più confidenziale, si instaura un processo di miglioramento continuo delle persone ma soprattutto se portato avanti dal management permette di aumentare il livello di motivazione delle persone, perchè fa si che i collaboratori anzichè sentirsi obbligati a dover fare determinate cose perchè imposte dall’alto, scelgono di fare quelle determinate cose in maniera autonoma perchè frutto di una discussione aperta e senza pregiudizi. Questo significa far aumentare nei nostri collaboratori la convinzione di “saper fare” che in automatico innalzano i livelli di autostima che a sua volta sostiene la motivazione, in un loop circolare positivo.

Alla prossima!!