“Riunione al secondo piano” … si, se solo potessi!

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Abbiamo le stesse opportunità?
Abbiamo le stesse opportunità?

L’argomento di oggi è uno di quelli scomodi, di quelli che facciamo finta di non vedere, vuoi perchè spesso non ci facciamo davvero caso, vuoi perchè farci caso significa prendere atto di una situazione di inciviltà che lascia basiti visto che siamo nel 21 secolo.

Lo scrivevo qualche giorno fa sul mio profilo di Facebook: “Collaborare con una persona che è impossibilitata a muoversi se non su di una carrozzina, mi ha aperto gli occhi e mi fa comprendere come in Italia siamo indietro anni luce sui diritti delle persone afflitte da handicap. Credo che un Paese che si ritene civile non possa prescindere dal fornire questi diritti. Purtroppo siamo presi ognuno dalla nostra quotidianità e fino a quando non ci troviamo nel vivo del problema, viaggiamo con un paraocchi che ci impedisce di accorgerci della realtà. Occorre sensibilizzare di più la società e da oggi ho tutta l’intenzione di farlo più spesso. Come rappresentante delle Istituzioni anche se di un piccolo comune chiedo pubblicamente scusa per la mia ignoranza in materia.

Dando seguito alle mie parole, eccomi qui a discutere del problema; fateci caso.. guardatevi attorno, affacciatevi alle finestre dei vostri uffici, delle vostre case e ditemi quante persone afflitte da handicap vedete in giro? Quanti dei vostri colleghi siedono su di una sedia a rotelle? Sono certo che la maggior parte delle risposte sarà “nessuno“, vi siete chiesti il perchè? Pensate davvero che non esistano persone afflitte da handicap?

Guardiamo ai nostri uffici, ai negozi nelle città, ai parcheggi pubblici, ai parcheggi a silos, ai ristoranti, ai bar… secondo voi una carrozzina può entrare nella maggior parte di questi edifici? Per non parlare dei posti riservati ai portatori di handicap regolarmente sfruttati da chi non ne ha bisogno o peggio ancora coloro che utilizzano la disabilità per truffare lo Stato.

Come dicevo su Facebook, io il paraocchi me lo sono tolto solo ora, grazie ad una persona che deve, suo malgrado, condividere l’esistenza con una sedia a rotelle e che ho avuto la fortuna di incontrare, con cui da qualche tempo collaboro in modo più stretto; come per magia la realtà si è palesata sotto i miei occhi: uffici non attrezzati per accogliere queste persone (da qui il titolo ironico al post), ristoranti inaccessibili e così via; questa mattina recandomi al lavoro mi sono voluto togliere lo sfizio di guardare ogni negozio che incrociavo per la strada verificando se fossero presenti scivoli per l’accesso, il 90% ne era sprovvisto, per non parlare dei negozi su più piani, solo i grandi centri commerciali hanno ascensori nei negozi del centro ci sono solo le scale mobili o le scale normali… risultato inaccessibili.

Non facciamo caso a queste cose se non quando ci sbattiamo il muso, per la maggior parte della società queste persone sono semplicemente dei fantasmi, non li vediamo per strada, non li vediamo nei ristoranti, non li vediamo nei negozi, non li vediamo negli uffici, per cui pensiamo che non esistano, invece esistono eccome, solo che il mondo non sa accoglierli, per cui rimangono rintanati nelle loro abitazioni, dipendendo loro malgrado da qualcuno, perdendo totalmente la libertà e la dignità.

Con questo non voglio erigermi a “santo” io per primo sino ad oggi ho vissuto nell’oblio, credo però che se ognuno di noi inizia ad aprire gli occhi ed aiuta altri a farlo, ci guadagneremo tutti e potremo finalmente definirci società civile.

Alla prossima!!

Un pensiero riguardo ““Riunione al secondo piano” … si, se solo potessi!

    Laura ha detto:
    28 settembre 2013 alle 07:31

    Sono pienamente d’accordo con te, Riccardo, e faccio notare che le stesse identiche considerazioni si estendono anche a mamme e neonatini, anche se per questi si tratta di un temporaneo lungo: 3-4 anni.

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