Ultimi Aggiornamenti degli Eventi

Outplacement: ammortizzatore sociale “attivo”

Postato il Aggiornato il

Torno a voi con l’ultima parte del viaggio attraverso il mondo dell’Outplacement, con alcune mie considerazioni del tutto personali sull’evoluzione del servizio di outplacement, che dovrà sempre più entrare a far parte delle trattative tra le parti sociali, nei casi in cui sia previsto un forte ridimensionamento aziendale.

Evoluzione quindi, si perchè la crisi economica ha innescato molti processi di ridimensionamento aziendali, processi che le parti sociali hanno spesso e volentieri improntato solo sullo scontro e sul solo uso dei classici ammortizzatori sociali (Cassa Integrazione o CIG, Cassa Integrazione Straordinaria o CIGS, Mobiltà) che sono sacrosanti ma assolutamente passivi, perché le persone che ne usufruiscono non sono proattive verso il lavoro, ma attendono a casa che il peggio passi, augurandosi di essere reintegrati (nel caso della CIG e CIGS) o di essere assunti da una nuova azienda che potrà usufruire di sgravi contributivi (nel caso della mobilità).

Alla luce della situazione contingente di crisi ma anche con un occhio al futuro, l’outplacement può e deve essere valorizzato sempre più a fianco dei tradizionali ammortizzatori sociali. Un ammortizzatore sociale “attivo” vantaggioso non solo per aziende e lavoratori, ma anche per tutto il sistema economico, poiché riducendo i periodi di inattività e di indennizzo della disoccupazione, contribuisce ad aumentare la produttività aggregata di tutto il sistema paese.

Importante quindi che anche le organizzazioni sindacali prendano atto dell’importanza del servizio e lo facciano diventare parte integrante delle trattative sindacali, proprio perché è un supporto fondamentale per i lavoratori che essi stessi rappresentano. Occorre dire, a onor del vero, che qualcosa si muove in tal senso. Negli ultimi tempi si assiste a un aumento di verbali di contrattazione sindacale che prevedono anche il servizio di outplacement.

Anche le istituzioni pubbliche, chiamate spesso ad agire in deroga alle normative vigenti, hanno l’obbligo morale nei confronti dei cittadini di supportarli in un processo di reale reinserimento nel mondo del lavoro, cosa che può essere fatta attraverso lo stanziamento di fondi ad hoc per processi di ricollocamento.

In chiusura, mi viene in mente una frase che ho letto di recente del Cardinale Angelo Bagnasco: “Il lavoro è parte speciale di quelle condizioni indispensabili che una società veramente umana deve garantire perché ognuno possa non solo sopravvivere e vivere ma ancora di più realizzare se stesso secondo il disegno di Dio”.

Alla prossima.

Outplacement: contenuti del servizio

Postato il Aggiornato il

Eccomi con la seconda parte del viaggio alla scoperta dell’outplacement; perchè ho messo George Clooney? Tranquilli non è per emulazione (semmai invidia) ma perchè l’immagine è tratta dal film “Tra le nuvole” in cui, tra le altre cose, si parla anche di outplacement; ma il motivo principale perchè ho inserito l’immagine è perchè sempre più spesso quando vado dai clienti a parlare del servizio mi capita di sentirmi dire “ma lei ha mai visto il fim con Clooney???” ed io giù a spiegare “si però il mio lavoro non è proprio uguale a quello del film” e via discorrendo, insomma è diventato praticamente un vero e proprio tormentone. 

In questo secondo post parlerò dei contenuti del servizio, molto importanti per capire come si sviluppa il percorso di ricollocamento. Occorre subito dire che l’elemento imprescindibile è l’assenso della/delle persona/e coinvolte nel processo; se il “candidato” (com’è definita la persona da ricollocare), pur avendo a disposizione il servizio offerto dall’azienda, in fase di trattativa di uscita decide di non usufruire del servizio di ricollocamento, lo stesso non può chiaramente essere fornito.

Troppo spesso nei lavoratori prevale la logica miope della sola buonuscita economica, che è premiante nel breve ma che è fine a se stessa. In momenti come quelli odierni, curare il miglioramento della propria occupabilità nel mercato del lavoro è molto più importante della sola buonuscita monetaria. Amo ricordare sempre che “trovare un lavoro è esso stesso un lavoro”; avere un supporto in tal senso è fondamentale, specialmente oggi.

Il servizio si sviluppa in tre macro-fasi:

1) La strutturazione di un vero e proprio bilancio delle competenze con l’aiuto di uno più consulenti la persona è portata ad analizzare in profondità la propria vita professionale, le competenze maturate, i punti di forza e le aree di miglioramento. È una fase estremamente importante in cui s’inizia, anche dal punto di vista psicologico, un delicato processo di ricostruzione dell’autostima della persona reduce dalla chiusura del rapporto di lavoro.

2) Immediata conseguenza del bilancio di competenze è la strutturazione di un profilo professionale e di conseguenza, del progetto professionale, un piano operativo che va ad analizzare i possibili punti d’incontro tra competenza maturate, aspirazioni professionali del lavoratore, opportunità che il mercato può offrire.

3) I percorsi individuati possono essere molteplici: per alcune persone può esservi una sorta di continuità sia dal punto di vista del rapporto di lavoro sia della mansione; per altri il percorso varia e può portare sia a mansioni in ambiti diversi sia a iniziative imprenditoriali o di consulenza.
– Nel caso in cui il percorso scelto sia quello del lavoro dipendente, viene attuata una vera e propria “road map” alla ricollocazione: i consulenti aiutano la persona a migliorare strumenti quali Curriculum Vitae e lettera di presentazione, intervengono sulle tecniche di comunicazione verbale per sostenere efficacemente un colloquio di lavoro, aiutano il lavoratore a identificare le aziende target e a prendere contatto con esse.
– Nel caso in cui il percorso scelto sia quello di una professione autonoma, i consulenti aiutano la persona a individuare il proprio mercato e settore di attività e offrono una consulenza operativa all’avviamento dell’attività in proprio.

Questo il percorso per sommi capi, mi auguro di essere stato sufficentemente chiaro nell’esposizione in caso contrario come dico sempre, scrivetemi sarò ben lieto di approfondire l’argomento.

Alla prossima!

Outplacement: di cosa si tratta?

Postato il Aggiornato il

Dopo il post di inizio viaggio di ieri, oggi ho deciso di iniziare l’esplorazione del mondo risorse umane partendo proprio da quello che è il mio lavoro, l’outplacement.

Il viaggio nel mondo misterioso dell’outplacement si comporrà di diversi post in cui cercherò di spiegare al meglio il servizio di continuità professionale (traduzione italiana di outplacement) e l’importanza di usufruirne, in particolare oggi che la crisi ha colpito duramente le aziende. 

Ho scritto tempo fa un articolo, ve lo ripropongo a step, pregandovi di chiedere delucidazioni attraverso i commenti ed approfondire al meglio l’argomento; oggi parto dalla definizione.

Non sono molti coloro che in azienda conoscono l’outplacement, termine inglese che significa letteralmente “collocare fuori”, un’accezione sicuramente negativa, che poco dice di cosa realmente sia l’outplacement, tanto che in italiano si è pensato di tradurre il termine con “attività di supporto alla ricollocazione professionale” che meglio esprime il reale contenuto del servizio.

Cosa s’intende però con il termine “ricollocazione professionale”? Meglio quindi fornire la definizione ufficiale di outplacement in modo da fugare ogni possibile dubbio. Con la parola outplacement è indicata l’attività con cui società specializzate agiscono a supporto della ricollocazione di uno o più dipendenti in uscita da un’Azienda in una nuova posizione professionale, svolgendo a vantaggio di queste persone un complesso lavoro di autovalutazione e riqualificazione (definizio AISO Associazione Italiana Società di Outplacement).

Parliamo quindi di una qualificata consulenza e assistenza che è offerta, esclusivamente su mandato dell’Azienda, al lavoratore di ogni livello che, dovendosi riproporre al mercato del lavoro, potrà avvantaggiarsi dell’intervento specialistico di professionisti esperti in tutte le problematiche connesse alla riqualificazione professionale, alla gestione di carriera e al riorientamento del lavoratore nel contesto produttivo.

Ho volutamente inserito in grassetto il concetto che il servizio viene svolto esclusivamente su mandato dell’azienda, non può essere fornito a privati cittadini, con i quali invece è possibile avviare una attività di consulenza di carriera, vi spiegerò più avanti cosa si intende con questo termine, per oggi mi fermo qui. 

Inizia l’avventura

Postato il

Sono mesi che mi chiedo se avviare o meno questo blog, preso dal lavoro, preso dalle cose private ho sempre temporeggiato, rimandando di giorno in giorno.

Le ferie hanno portato consiglio ed oggi eccomi qui, deciso a partire con questa avventura, non so quanto durerà, la voglia di fare c’è, come quella di scrivere, l’importante sarà gestire il tempo nel migliore dei modi.

Un’altro blog? Si.. un blog in cui parlerò del mio lavoro, parlerò di risorse umane, spesso abbreviate con la sigla RU, andando a toccare anche tutto quello che gira intorno alle risorse umane da qui il titolo “ru e dintorni”.

Chi sono? Già vero scusate non mi sono presentato: sono Riccardo Zuccaro un giovanissimo 42enne consulente di outplacement, colui che aiuta le persone che hanno perso lavoro a ritrovarlo, che detta così sembrerebbe una missione al giorno d’oggi (in parte lo è in effetti) ma avremo modo di conoscere meglio questo strumento nel corso del tempo, così come di tutti gli altri argomenti inerenti il bellissimo mondo delle risorse umane.

Chi vuole salire sulla nave che sta per salpare è il benvenuto… il viaggio ha inizio.

Riccardo Zuccaro