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“Anche io sono su Linkedin!” Si ma… come?

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Il logo di Linkedin
Il logo di Linkedin

Torno dopo qualche tempo sull’argomento social network ed in particolare su Linkedin; lo faccio con un post semiserio di cui mi scuso in anticipo con chi non lo capirà; l’idea non è chiaramente quella di offendere nessuno ma di far riflettere gli interessati sul perchè essere presenti su questo social e su come vada utilizzato.

La cosa in effetti fa sorridere, se ci pensate non passa un giorno che non esca un post, un articolo, un servizio televisivo o un corso di formazione in cui si parli di networking ed in particolare dell’uso di Linkedin per fare networking. Eppure nonostante tutto succede ancora questo:

1) Quelli che…. “sono su Linkedin ma non do il contatto a nessuno”: tipologia che solitamente vede tra le sue fila manager “ricercati” o persone in posizioni di “presunto” spicco in aziende e/o nella società. Dico presunto perchè poi magari scopri che la realtà è ben diversa, pochi contatti perchè non è tanto lui/lei a non concederli ma perchè nessuno è interessato a chiederli.

La domanda sorge spontanea: ma cosa ci stai a fare su Linkedin? Non è una moda e non fa figo avere pochi contatti!

2) Quelli che…. “io do la connessione solo a quelli che conosco”: tipologia assai diffusa a vari livelli, che in preda ad un eccesso di privacy si fidano solo di quelli che già hanno visto “de visu”, evidentemente partecipano a così tanti eventi ed incontri da avere un network elevato.

Le domanda è: sai a cosa serve Linkedin? L’affermazione invece recita: questo non ha un c…. da fare se presenzia ad ogni incontro. Concorderete che in entrambi i casi non se ne esce bene…

3) Quelli che…. “se vuoi la mia connessione devi avere la mia mail”: tipologia rara ma neanche tanto, che pretende che tu faccia una caccia al tesoro per riuscire ad entrarci in contatto, con il risultato che se alla fine la trovi (perchè alla fina la trovi ve lo garantisco) magari neanche premiano il tuo sforzo immane.

La domanda è: ma chi ti credi di essere? E a seguire nuovamente: sai a cosa serve Linkedin?

Mi fermo qui anche se di “quelli che….” ne avrei ancora tanti, come quelli con i profili senza foto, quelli con i profili incompleti, ecc..; voglio concludere con alcuni semplicissimi e basilari consigli: Linkedin serve per fare networking, fare networking significa conoscere persone, per conoscere persone occorre essere disponibili al contatto, prima magari virtuale poi anche personale, vale anche il contrario ma concorderete con me che se le persone le conoscete già, averle come connessione su Linkedin è un qualcosa in più che non cambia e non modifica in meglio la relazione, vero invece il contrario.

Scrivete sempre due righe di presentazione quando chiedete un contatto non andate con il messaggio che Linkedin da di default (tranne che in un caso che vi svelo alla fine del post), ringraziate quando vi chiedono una connessione, completate il profilo e fate si che la linea a fianco al vostro profilo che indica l’efficacia dello stesso sia al massimo, siate comunque discreti quando contattate persone di vostro interesse.

Ci sarebbe ancora tanto ma basta dare un’occhiata sul web e troverete tanti piccoli utili suggerimenti, da parte mia vi rimando a questo qui (cliccate), l’importante è capire che Linkedin è uno strumento di lavoro e per questo va utilizzato.

Alla prossima!!

P.S: dimenticavo il piccolo suggerimento, non dovrei dirlo ma visto che ho avvisato da tempo i referenti di Linkedin Italia ed ancora non sono corsi ai ripari, posso dirlo anche a voi: come sapete via web da un normale pc se volete contattare una persona con cui non condividete nulla (gruppi, esperienze di lavoro, ecc..), dovete avere la sua email; se avete uno smartphone o un tablet, se tentate di contattare la stessa persona usando le app di Linkedin, potete farlo senza avere alcun riferimento, semplicemente cliccando su “connetti”. Buona connessione!!!

LINKEDIN: esiste il profilo perfetto?

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Ieri sera ho partecipato all’incontro organizzato da Fior di Risorse (@FiordiRisorse) ospiti di D.I.MAR e dalla sua HR Manager Cristina Traini, la famosa azienda di Corridonia (MC) che si occupa della commercializzazione con il proprio brand Sapore di Mare, di pesce surgelato, in cui si è discusso di Linkedin, degli ultimi sviluppi e del suo utilizzo.

Ospiti della serata Andrea Attanà (@AndreaAttana) Account Executive di Linkedin Italia e Luca Conti (@pandemia) Blogger di fama nazionale nonché consulente per i Social Media ed autore, tra gli altri, del libro “Lavoro e Carriera con Linkedin”. Entrambi gli ospiti, sotto l’attenta regia di Osvaldo Danzi, hanno allietato la platea parlando di questo social media dedicato in larghissima parte al mercato del lavoro.

Inutile dire che la platea era composta in larga parte da persone che operano nel mondo HR curiosi di capire cosa Linkedin ci regalerà per il futuro anche in ambito di funzioni prettamente Corporate, ovvero dedicate esclusivamente alle aziende in chiave di recruiting.

In questa sede non mi voglio soffermare sui servizi Corporate perché chiaramente sono un ambito ristretto alle aziende, mi preme però portare alla vostra attenzione le curiosità che sono emerse nel corso della discussione, soprattutto per chi usa questo strumento, dal lato ricerca di nuove opportunità lavorative.

Sono emerse ad esempio piccole, ma a mio parere importanti, discrepanze tra le app per i dispositivi mobile e la versione su internet: su tutte il fatto che in internet se chiedi la connessione ad una persona puoi farlo direttamente solo nel caso in cui si è lavorato insieme, si è collaborato, si partecipa agli stessi gruppi, negli altri casi il software, giustamente, richiede almeno la conoscenza della email della persona che si vuole contattare, in modo da evitare richieste di connessione basate sul nulla. Al contrario nelle app per i dispositivi mobile, basta cliccare “invita a entrare in” ed il gioco è fatto senza alcuna limitazione di sorta; cosa questa che contraddice in pieno quanto portato avanti nella versione internet.

Ma la cosa più interessante che è emersa dalla discussione riguarda la domanda che da il titolo a questo post, ovvero come deve essere un profilo per risultare interessante in chiave di recruiting? Nel succedersi degli interventi di HR di importanti aziende del territorio come: Elica, Indesit, Ariston Thermo, Loccioni solo per fare qualche nome, si è capito che non esiste un “profilo perfetto”, ovvero quel profilo a cui tutti noi ambiamo e che cerchiamo con tutte le nostre forze di raggiungere, se non altro seguendo la “maledetta” barra di completamento del profilo che Linkedin ci propina in alto a destra accanto alla visualizzazione del nostro profilo.

Gli HR interpellati infatti hanno dato tutte versioni diverse, c’è chi guarda il profilo in 10 secondi perché oberato da cv e candidature e che in quel flash riesce già a farsi una idea del candidato tanto da scartarlo o meno per i livelli successivi di approfondimento, chi invece guarda solo profili junior per filosofia aziendale, altri tengono d’occhio le esperienze e le segnalazioni, altri ancora e qui si arriva alla massima accuratezza, si prendono persino la briga di andare a vedere come il candidato si muove all’interno dei gruppi a cui è iscritto, verificandone il livello di partecipazione che, in alcuni casi, può essere un segnale negativo anziché positivo. Mi spiego meglio con le parole testuali della recruiter intervistata “se un programmatore è molto attivo nei gruppi in cui è iscritto mi viene il sospetto che in realtà programmi poco…”, chiaro il messaggio no?

Di sicuro e su questo tutti concordano, sono assolutamente banditi profili senza foto, incompleti se non altro nelle esperienze di lavoro e con pochissimi contatti, segno evidente che si sta in Linkedin tanto per starci ed a quel punto tanto vale non esserci, cosa questa che vale per qualsiasi social network.

A buon intenditor poche parole!!

Alla prossima!

SOCIAL NETWORK: c’è il rischio di perdersi. Parte Seconda.

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Riprendo il discorso dell’ultimo post per tornare a parlare di social network e di come oggi, non si possa più fare a meno di averci a che fare.

Giornali, siti web, libri, riviste, programmi televisivi tutti parlano dei social network, ma quali usare e come per evitare di farsi prendere dalla “social media mania”?

Nell’ultimo post ho parlato di quali sono quelli che ritengo fondamentali in ottica di personal branding, gestione del tempo e massimizzazione dei risultati in termini lavorativi: Linkedin, Twitter, Facebook e WordPress, vediamo ora di approfondire il perché essere presenti e come cercare di utilizzarli al meglio.

LINKEDIN: il social network professionale per eccellenza, essere presenti qui è inevitabile per tutti coloro che cercano nuove opportunità lavorative o che vogliono creare un network con professionisti dello stesso settore, per scambiare opinioni attraverso i gruppi di discussione tematici.

Il primo passo è quello di completare il proprio profilo professionale in tutte le sue parti, evidenziando le proprie specializzazioni e conoscenze senza dimenticare di mettere la propria foto, le persone con cui entrerai in contatto vogliono vederti in faccia, in particolare se possono essere interessati al tuo profilo professionale per offrirti una nuova opportunità lavorativa.

Il secondo è quello di entrare in gruppi di discussione relativi al proprio ambito lavorativo, in modo da scambiare opinioni con colleghi e professionisti del settore, mettendo in evidenza le proprie competenze ed arricchire il proprio bagaglio di conoscenze.

In ultimo quando volete entrare in contatto con altri professionisti consiglio di evitare la modalità “amicizia” se non avete mai visto la persona, ma di richiedere il contatto scrivendo due righe di presentazione spiegando il motivo per cui avreste piacere di “linkare” la persona e non dimenticare di ringraziare una volta ottenuta la connessione.

TWITTER: come ho detto nell’ultimo post su Twitter è possibile avere in tempo reale qualsiasi tipo di notizia, rimandando attraverso link ad approfondimenti su altri siti web. Qualche piccolo consiglio: seguire solo chi ci interessa, mettere sempre una foto sul proprio profilo, non usare un nick anonimo, mettere sempre una piccola bio, rispondere e verificare chi ci menziona, non inserire solo testo ma anche video, foto o link ad altri contenuti che chiaramente prima dovete aver letto in prima persona.

FACEBOOK: personalmente, non è la prima volta che lo dico, non vedo Facebook come un social network utile in ambito professionale anzi, credo sia un potenziale pericolo per la propria reputazione digitale.

Facebook nasce e si sviluppa come social network per il divertimento, le persone lo usano come se fossero dentro le quattro pareti di casa o al bar con gli amici, inconsapevoli che il mondo intero può vedere ciò che pubblicano, ivi compresi i propri datori di lavoro o i potenziali tali. Evitate quindi: di pubblicare foto non proprio consone, di scrivere critiche verso l’attuale datore di lavoro, di evidenziare opinioni di natura politica. Rispetto agli esordi oggi Facebook permette di giostrare al meglio con le impostazioni della privacy, usatele bene per evitare di incorrere in questi errori che possono costarvi caro. Facebook può invece essere ben utilizzato dalle aziende per avere un contatto diretto con i propri clienti.

WORDPRESS: in questo caso parliamo di una piattaforma gratuita per l’apertura di un blog personale, molto utile quindi per chi ha la passione per la scrittura e vuole pubblicare contenuti inerenti la propria professione. Questo ci consente di entrare in contatto con altri professionisti e lettori appassionati ai temi che trattiamo ed allo stesso tempo fornire a potenziali nuovi datori di lavoro, informazioni aggiuntive sulla nostra professionalità. Fondamentale dare costanza alla pubblicazione dei contenuti altrimenti meglio non farlo.

Chiudo il post ribadendo che questi sono i social network per me essenziali e che, con un tempo limitato, possono essere tenuti in costante aggiornamento grazie anche ai tablet e soprattutto agli smartphone che ormai sono di dominio pubblico.

Alla prossima!

SOCIAL NETWORK: c’è il rischio di perdersi. Parte Prima

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Ormai tutti parlano di social networking, negli ultimi tempi non c’è un giornale, una rivista, un blog che non dedichi articoli o post sul tema dei social network, una vera e propria overdose di informazione.

Aziende e persone vengono richiamati quotidianamente dalle sirene del social media di turno: Facebook, Twitter, Linkedin, Google+, Youtube e via discorrendo (vedi grafico a fianco); nascono social network quasi con cadenza mensile, va da se che siamo in presenza di una offerta decisamente superiore rispetto alla domanda, il rischio? Semplice, quello di perdersi inesorabilmente nel labirinto, con il risultato di sprecare tempo, non ottenere i risultati sperati e ritrovarsi con in mano un pugno di mosche.

Con il post di oggi e con quella della settimana prossima, voglio cercare di mettere un po’ di ordine tra tutta questa offerta, direzionandovi su quei social media in cui, secondo me, è rigorosamente vietato non essere presenti, in un ottica di:

–        personal branding,

–        gestione del tempo,

–        massimizzazione dei risultati

Da operatore del mondo risorse umane, i miei consigli non sono rivolti alle aziende (sulla cui coerenza nell’uso dei social network ci si potrebbe scrivere un libro) ma a tutte quelle persone che in un momento difficile come quello attuale per il mercato del lavoro, si trovano a dover competere con altri professionisti per poter essere scelti dalle aziende.

Naturalmente per prima cosa occorre definire gli obiettivi: chi sono? Quali sono le mie competenze? Quali aziende mi interessa colpire? Sono interessato a posizioni di lavoro che siano a pochi chilometri dalla mia abitazione o sono disposto a valutare un raggio più ampio?

Una volta che abbiamo risposto a queste domande ed abbiamo chiaro il nostro ambito di azione, risulta abbastanza facile capire che il primo passo da fare per chi cerca lavoro è senza dubbio quello di iscriversi a Linkedin (www.linkedin.com), il social network professionale che ti permette di creare una sorta di cv on line visibile a tutte le persone con cui ci collegheremo, ampliando di giorno in giorno il nostro network, entrando in contatto con una rete sempre più fitta di aziende e professionisti.

Bene abbiamo messo piede nella giungla dei social network, adesso? A questo punto nei profili di Linkedin con cui entreremo in contatto scorrendoli troveremo che la stragrande maggioranza degli utenti ha un nick name vicino alla parola Twitter, ecco ci siamo imbattuti nel secondo social network a cui non è possibile non essere iscritti. Twitter (www.twitter.com) significa letteralmente cinguettare ovvero scambiare in 140 battute (come scrivere un sms) concetti o rimandi a pagine web con contenuti più ampi ed approfonditi; impossibile non esserci, autentica fonte di informazioni, tutti i maggiori organi di stampa e giornalisti sono presenti, così come esperti dei più disparati settori, fino alla gente comune. Al contrario di altri social network qui non occorre chiedere il permesso per seguire (follow) un autore presente in Twitter, basta cliccare sul tasto “segui” ed il gioco è fatto, lo stesso vale per coloro che decidono di seguire quello che noi scriveremo (follower).

In pochi minuti siamo già a quota due, a questo punto anche noi siamo a tutti gli effetti parte integrante del mondo social, possiamo dire la nostra anche quando ci troviamo con gli amici i quali però immediatamente non mancheranno di dirci “ma come non sei su Facebook??”. A questo punto con estremo imbarazzo capiamo che un altro social network ci chiama a gran voce; Facebook (www.facebook.com), il social network per eccellenza, quello a cui praticamente tutto il mondo è iscritto, al suo interno troviamo praticamente di tutto: dal professore delle medie, al medico curante, all’avvocato, dal macellaio di fiducia, a tutti i possibili parenti che non vedevamo da secoli, amici che avevamo perso di vista da tempo e chi più ne ha più ne metta. Scopriamo però quasi subito che pur essendo presenti innumerevoli aziende, forse i contenuti del social network in questione rischiano di essere troppo personali, spesso prevedono persino un coinvolgimento emotivo o fin troppo goliardico, varrà la pena esserci?

Bene facciamo un primo punto della situazione: abbiamo il curriculum on line, siamo connessi con il mondo ed abbiamo notizie ed informazioni in tempo reale e con le stesse tempistiche noi possiamo dire la nostra e far pesare la nostra esperienza in determinati settori, in tempo reale siamo in contatto con tutti gli amici e le aziende che ci interessano. In ottica di personal branding, iniziamo ad essere abbastanza attivi, cosa ci manca? Dipende da chi siamo e da cosa abbiamo risposto alle domande che ho riportato in alto, certo essere presenti su questi tre social media in modo corretto significa impegnare già abbastanza tempo ed ottenere ottimi risultati in termini di resa, ma un’ultimo sforzo possiamo dedicarlo alla redazione di un blog, ovvero una sorta di diario on line, in cui appuntiamo quello che pensiamo sia utile dire per noi stessi e soprattutto per tutti coloro che decideranno di leggerci e che ci concederanno la loro attenzione. WordPress (www.wordpress.com) è uno dei maggiori fornitori di spazi gratuiti per la redazione di un blog personale, una sorta di giornale digitale in cui siamo noi a decidere i contenuti.

Ci sarebbero tanti altri social network: Google+, Youtube, Flickr, Myspace, Scoop.it, ecc.. alcuni di essi possono essere di supporto in termini di contenuti per i blog e gli altri social network, altri sono solo agli esordi, altri ancora sono realmente inutili, perché non dimentichiamoci che se è pur vero che oggi non possiamo non essere presenti nei social e quindi avere una vita virtuale, esiste pur sempre la bellezza della vita reale.

Chiudo qui il primo post sul tema, nella seconda parte che pubblicherò la prossima settimana, andrò ad analizzare per ogni social network citato i miei personali consigli su come muoversi all’interno di ognuno di essi, cercando di evitarvi di fare errori che potrebbero distruggere in un baleno la vostra reputazione digitale.

Alla prossima!

AIUTO!!!! SONO SENZA LAVORO: consigli su come ricollocarsi.

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Cerco lavoro

La crisi economica e l’andamento dei mercati finanziari, hanno visto il mercato del lavoro cambiare radicalmente negli ultimi anni; oggi c’è una sovrabbondanza di domanda rispetto all’offerta di lavoro, con tutto quello che ne consegue a livello di disagio sociale e di difficoltà nel ricollocarsi o addirittura nell’entrare per la prima volta nel mercato del lavoro.

Sempre più persone mi chiedono indicazioni su come fare per trovare nuove opportunità professionali, non sono un guru e non sono un mago, ma visto che il mio lavoro è quello di ricollocare persone tramite l’utilizzo del percorso di outplacement, penso di potervi dare a ragion veduta alcune indicazioni che spero possano risultare utili a chi oggi si trova in difficoltà.

Parto da un argomento a me molto caro, di cui spesso ho trattato nel blog, ovvero il web 2.0, il mercato del lavoro oggi non è cambiato solo in termini di carenza di posti di lavoro, ma anche in termini di presentazione della propria professionalità al mercato ed agli operatori di settore siano essi Direttori del Personale che Società di Ricerca e Selezione o Head Hunter. Dovete sapere che le opportunità che trovate negli annunci on-line, piuttosto che nei giornali o presso i Centri per l’Impiego, rappresentano solo il 20% delle reali opportunità lavorative, il resto viaggia per passaparola, per contatti diretti tra conoscenti, per il network di conoscenze degli operatori di mercato e personali, o per reclutamento diretto utilizzato dalle aziende attraverso i social network professionali (Linkedin è il capofila ma sta crescendo anche Viadeo). Questo evidenzia l’importanza, per chi ancora non lo fa, di prendere confidenza con il Web 2.0 e con esso le nuove forme di proposizione al mercato del lavoro.

Il secondo consiglio, che fa il paio con quanto esposto sino ad ora, riguarda il fatto di pensare a se stessi come ad un marchio da promuovere nel mercato del lavoro, il famoso libro “The Brand called You” (La Marca chiamata Te) di Peter Montoya in questo è illuminante come del resto il già segnalato sito Personal Branding degli italianissimi Centenaro e Sorchiotti. Mettere in tavola tutte le carte possibili per autopromuoversi attraverso il web usando i social network o aprendo blog personali dove trattare argomenti che evidenziando le proprie specificità e conoscenze, è senza dubbio una delle strategie da utilizzare per differenziarsi dal resto dell’offerta.

Attenzione a Facebook!!! Personalmente non lo ritengo un social network che va utilizzato a scopi professionali perché viene spesso utilizzato per diletto; sappiate però che spesso le aziende lo usano per vedere, nel privato, come si propongono le persone che stanno valutando nelle selezioni, attenzione quindi: a che foto mettete, alle pagine indicate come preferite ed a tutte quelle informazioni che inserite e che appaiono nella sezione info, che risulta visibile a chiunque faccia una ricerca con il vs. nome anche se non iscritto. So per certo che numerose persone sono state scartate nelle selezioni perché in questa sezione apparivano foto “particolari”, indicazioni di natura politica e via dicendo.

Il terzo consiglio è più rivolto a chi invece ha bisogno di rivedere le sue competenze attraverso percorsi di formazione, chiunque ritiene di aver interesse su un particolare settore credo che mai come ora sia il caso di investire tempo ed un po’ di denaro in percorsi formativi seri. Anche le Regioni hanno numerosi fondi a disposizione e stanno finanziando percorsi formativi di vario tipo, chiaramente sono indirizzati prevalentemente a persone disoccupate o alle donne; vanno scelti quelli che professionalizzano realmente, purtroppo sappiamo che spesso i corsi finanziati sono i basso livello e non servono a nulla se non a sprecare le risorse pubbliche.

Spero di esservi stato utile, molto ci sarebbe ancora da dire, rinvio quindi a prossimi post per l’approfondimento delle argomentazioni trattate e per presentarne di nuove; per chi avesse domande come sempre commentate o scrivetemi.

Alla prossima

LinkedIn: Orsi o Leoni???

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La domanda è ovviamente una provocazione e riguarda il modo di fare networking in particolare su Linkedin, il social network professionale per eccellenza. Se siete iscritti a Linkedin con molta probabilità vi sarete imbattuti in alcuni profili che riportano vicino al nome la dicitura LION, che vorrà mai dire?? La domanda è più che lecita anch’io me la sono posta più e più volte, alla fine ho risolto l’arcano, LION è l’acronimo di Linked In Open Networker che tradotto in italiano sarebbe una persona che vuole un network aperto per chiunque, ciò significa che accettano il contatto di qualsiasi persona lo chieda.

Prendo spunto da questo modo di essere networker per fare una digressione che segue, in parte, il filo di altre discussioni sul tema fatte da colleghi, blogger e personal brander. Cosa fare? Essere un “leone” aperto alle relazioni con chiunque rischiando di creare un network enorme ma che non coltiverai mai, oppure essere un “orso” chiuso nella stretta cerchia di chi conosci, non disponibile a dare connessioni a persone sconosciute?

Personalmente credo che la verità stia nel mezzo, come sempre del resto; molto dipende dal perché siamo su quel social network. La domanda da porsi quindi è: cosa mi aspetto dalla mia presenza su Linkedin? Se l’obiettivo è quello di essere ulteriormente in contatto con le persone che già conosco, far conoscere loro i miei sviluppi professionali, i progetti che sto portando avanti e che sviluppo, le eventuali nuove sfide professionali, allora possiamo anche essere “orsi” e relegare il nostro network solo a coloro che già conosciamo. Se invece la nostra presenza sul social network è in ottica personal branding, beh allora non possiamo che essere aperti al nuovo, disposti ad accettare le connessioni di molte delle persone che ce lo chiedono, perché dico molte e non tutte? Credo che anche una presenza in Linkedin per incrementare il personal branding e di conseguenza il proprio network, vada comunque regolata dal buon senso; ognuno di noi opera in un determinato settore, è in quel contesto che dobbiamo essere dei “leoni”, aperti a chiunque ci chieda connessione fossero anche concorrenti, ma se la richiesta ci viene da una persona che magari è all’estero e si occupa di tutt’altro, che senso ha essere connessi?? Riuscirò mai ad avere una relazione reale con lui/lei? Cosa posso dare e ricevere dalla connessione??

Come vedete quindi non c’è una verità assoluta, “leoni” o “orsi” che sia dobbiamo comunque ammettere che se siamo su un social network per definizione siamo li per fare relazioni, per forza di cose quindi dobbiamo essere disponibili a connetterci, possiamo scegliere se con più o meno moderazione, ma alla base deve esserci la disponibilità a fare network.

Chiudo con un paio di suggerimenti personali su come entrare in contatto con persone che ci interessa linkare:

1) Mai mandare inviti come amico se non conosciamo affatto la persona che stiamo contattando.
2) Scrivere sempre due righe di messaggio in cui spiegare il perché gradiremmo avere quella persona nel nostro network.
3) Ringraziare sempre, se possibile, la persona che ci ha chiesto il link scrivendo un breve messaggio di ringraziamento.

Sono suggerimenti elementari e che riguardano più le buone maniere che altro, ma vi assicuro che la maggior parte delle volte sono totalmente disattesi.

Alla prossima e…. buon network!!