crisi economica

Analisi della crisi del sistema Paese – 1° puntata

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Che tipo di capi e collaboratori hanno bisogno le ns. aziende?

In questi mesi durante il mio girovagare per aziende, sto sempre più prendendo coscienza del perché l’Italia sembra non trovare la fine del tunnel di questa crisi che sembra essere infinita.

Sono sbalordito di quante eccellenze abbiamo a disposizione sia in termini di imprese che di singoli professionisti. Aziende e professionisti che però faticano ad incontrarsi, a mettersi in contatto gli uni con gli altri; vuoi perché si trovano a chilometri di distanza gli uni dagli altri, vuoi perché gli attuali organi di rappresentanza sono in piena crisi e faticano ad aggregare, anzi spesso sono in totale disgregazione.

Mi sono dato il compito di riuscire, nel mio piccolo, a mettere in contatto queste eccellenze, perché è da loro che questo Paese può tornare a correre, uscendo dall’immobilismo in cui si trova, riportando al centro la persona ed il fare impresa in modo innovativo, essendo predisposti al cambiamento.

La stampa, la politica, i talk show televisivi ci raccontano però spesso e volentieri l’altra faccia del Paese, quella legata ai vecchi modi di fare politica, ad una visione del mercato del lavoro che non c’è più, ad un settore pubblico ancora privilegiato rispetto al privato, ad un modo di fare impresa e ad un management ormai decisamente superato. Mi sono ripromesso di affrontare questi temi con una serie di post che andranno a toccare i vari argomenti; con questo primo articolo voglio toccare proprio il sistema di management che spesso, molto spesso, troviamo nelle aziende.

Prendo spunto da una discussione nata su LinkedIn nell’ultima settimana dal titolo “YES MEN non sono necessari e nemmeno utili….” in cui, prendendo spunto dalla immagine sopra riportata, si voleva mettere in evidenza come sia necessario per le imprese avere collaboratori e capi disposti a mettersi in discussione, liberi di proporre e di valutare proposte. Potrebbe sembrare una ovvietà, io stesso mesi fa toccai l’argomento, eppure dalla discussione emerge un quadro totalmente diverso da quello che ci si potrebbe aspettare. Ecco alcuni dei commenti in cui ometterò il nome del commentatore per motivi di privacy:

Sarà vero in teoria, ma, nella realtà, i/le capi/e amano circondarsi di rassicuranti leccaculo, anziché confrontarsi con collaboratori dotati di capacità d’iniziativa e di spirito critico. Del resto, i libri di economia aziendale, infarciti di astrazioni simili al messaggio che hai pubblicato, sono scritti da persone che non hanno mai lavorato in un’azienda!

Assolutamente d’accordo.. Purtroppo particolarmente in Italia e assolutamente nelle aziende pubbliche bisognerebbe rimuovere quelli che credono di essere dirigenti ma sono solo impiegatocoli al servizio del padrone…quanta strada da fare ancora in questo paese

Mah… Gli yes men si chiamano cosi perche’ la definizione e’ nata in america… Quindi yes men o not men non si nasce, si diventa… Uno yes man a chista sopra ha sempre fatto molto comodo e continuera’ a farlo…

Per alcuni, essere sempre d’accordo con il proprio AD o DG, ha voluto dire e vuole dire fare carriera o essere tra gli intoccabili nelle aziende. Io ho sempre creduto e credo, che fare bene il proprio lavoro e mettere in campo la propria professionalità voglia dire anche contraddire il proprio AD o DG “aiutandolo” a prendere le decisioni giuste, contraddire non è una dichiarazione di guerra, ma sintomo di intelligenza professionali che non tutti, al di là delle competenza hanno

Io sono definito un “rompiballe”, anche se qualcuno aggiunge che ne vorrebbe 10 di rompiballe come me. Dipende sempre dalle condizioni delle divergenze. In alcuni casi ho dovuto abbandonare il progetto prima dello schianto. Confermo che siamo personaggi poco graditi in certi ambiti…..

Situazione vissuta a entrambe le parti: sia come dg, sia come dirigente. stando sopra, avevo in uggia chi era d’accordo a prescindere…che me ne faccio di uno che non dà contributi? così come il bastian contrario preconcetto. Apprezzavo, e non credo possa essere diversamente, chi si comportava come me “sotto”: chi educatamente, cercava di argomentare una posizione diversa: ascoltavo per sommare la mia intelligenza e la mia visione a quella di altri; di solito con buoni risultati. non nego però che spesso la mia voglia di dir la mia non è piaciuta. magari con conseguenze!

Insomma capite bene come in realtà in Italia si predichi bene e si razzoli decisamente male, non c’è stato un commento uno che non si sia trovato d’accordo con quanto riportato nell’immagine, ma che all’atto pratico si è trovato in condizioni completamente diverse. Ha ragione la persona che dice che in Italia fai spesso carriera se sei sempre d’accordo con il tuo capo sia esso l’imprenditore che il dirigente di turno, come è altrettanto vero quanto riportato nell’ultimo commento, ovvero che spesso quando si ha la voglia di dire la propria difficilmente si piace e al contrario spesso si subiscono conseguenze.

Il propositivo è una risorsa per l’azienda, invece spesso diventa un problema da gestire, si diventa i cosiddetti “rompiballe” e spesso ci si ritrova messi alla porta; uno dei passi che questo Paese deve fare per ripartire è proprio quello di partire dalla frase delle fotografia, apriamoci al dialogo, rendiamo le nostre aziende un luogo in cui confrontarsi e far si che tutti contribuiscano al loro successo, proprio come avviene in quelle aziende di cui parlavo all’inizio, in quelle eccellenze che nonostante la burrasca, navigano senza timore di essere ribaltate. Questo non significa che dobbiamo contornarci di bastian contrari (esistono anche questi e lo sappiamo bene tutti) ma semplicemente ascoltare tornando veramente a mettere al centro le persone, un’azienda senza le persone che la compongono è una scatola vuota che può fare ben poco, ricordiamocelo.

Alla prossima!!

Chi di negatività ferisce, di negatività perisce….

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La stazione di Waterloo della metro di Londra
La stazione di Waterloo della metro di Londra

Le festività si avvicinano, con questo post voglio un pò uscire dai canoni di questo blog che tratta prevalentemente argomenti inerenti le risorse umane, per parlare di un tema che riguarda un pò tutti noi: uno stile di vita legato ad una visione positiva del mondo ed un ritorno ai quei valori che per tanti anni hanno contraddistinto il Bel Paese.

Da tanto tempo mi sentite parlare di “cambiamento“, di “positività“, di “valori“; la mia recente visita in UK ed in particolare a Londra hanno evidenziato ancor di più questi concetti; non posso esimermi dunque, dal fare considerazioni che escono dalla pura e semplice gestione delle risorse umane ma che riguardano un vero e proprio modo di vivere.

La crisi ha colpito duramente noi Italiani ma lo ha fatto in egual modo in tutta Europa, il problema è che gli altri reagiscono, noi siamo rimasti completamente inebetiti dallo tzsunami economico ed ancora oggi, a parte rare eccezioni, siamo ancora li con le mani in mano ad aspettare che qualcuno di porti in salvo, politici compresi.

Gli Inglesi da questo punto di vista ci danno centinaia di punti; non voglio parlare della bellezza di Londra come città, mi piace però sottolineare quanto di bello ho visto, sentito e letto in questi cinque giorni tra la popolazione londinese: positività da parte governativa, positività degli imprenditori locali, gestione eccellente della cosa pubblica, attività private per lo sviluppo della cultura pubblica, l’essere fieri di fare qualsiasi tipo di lavoro e di conseguenza questo spirito positivo che contagia chiunque si trovi in quel Paese, Italiani compresi.

a) Positività Governativa
Il 5 dicembre il governo britannico ha presentato un documento chiamato “Autumn Statement” una sorta di documento della programmazione economico finanziaria di noaltri, che viene redatto però annualmente. A parte che nessun giornale Italiano ha menzionato la cosa contrariamente a quanto fatto per le notizie negative diramate invece a marzo di quest’anno (fate una ricerca sul web con le parole “previsioni economiche governo britannico” troverete solo notizie negative circa le previsioni economiche datate al più tardi marzo 2013); nel documento si evidenziano dati che in Italia ci sogniamo, ne evidenzio solo alcuni: cresita economica passa dallo 0,6% preventivata all’ 1,4% nel 2013 e nel 2014 salirà dal 1,8% preventivato al 2,4%;  occupazione/disoccupazione la prima vede un aumento di 400.000 posti di lavoro nel 2013, mentre la seconda cala di 200.000 unità scendendo al 7,6% nel 2013 con una previsione di scendere al 7% nel 2015 (noi siamo ufficialmente al 12,5% dati settembre 2013); sono previsti investimenti in infrastrutture (che sono già anni luce avanti a noi lo vedremo poi), diminuzione dei contributi per chi assume giovani con una creazione di 1,5 milioni di posti di lavoro.

b) Positività degli imprenditori locali
A seguito di questi dati diramati dal governo, l’altra sera l’Evening Standard un quotidiano britannico (tra l’altro distribuito gratuitamente all’uscita della metropolitana) ha intervistato alcuni piccoli e medi imprenditori locali per verificare se l’ottimismo governativo fosse reale e giustificato ebbene la stragrande maggioranza non solo ha confermato le parole del cancelliere ma ha anche rinforzato la dose portando esempi di come l’economia sia in ripresa, evidenziando persino il sentore di un aumento negli acquisti per le imminenti festività natalizie (guardate i nostri tg e vedrete negozianti che ancor prima di iniziare il periodo degli acquisti lamentano un calo sicuro delle vendite).

c) Gestione eccellente della cosa pubblica
Se c’è una cosa di cui sono rimasto impressionato riguarda proprio questo punto, facile direte voi visto che il nostro Paese non brilla certo per efficienza, non è solo questo, qui la gestione eccellente si mischia con i valori di civiltà del popolo inglese. Su tutti spicca la metropolitana che celebra quest’anno i 150 anni di vita (ho inserito appositamente la foto ad inizio post), una rete fittissima di linee che ti permettono di arrivare ovunque in pochissimo tempo, personale estremamente cortese e disponibile nel dispensare informazioni e dare aiuto ai viaggiatori, carrozze e stazioni pulite senza neanche un graffio (sedili in velluto perfettamente manutenuti). Non basta, bus che girano 24h su 24h, i principali musei ed edifici pubblici visitabili gratuitamente (British Museum su tutti), spazi di verde pubblico e parchi perfettamente manutenuti (alcune panchine in legno sono presenti sin dal 1914 ed ancora oggi sono in perfette condizioni).

d) Attività private per lo sviluppo della cultura pubblica
Mi piace parlare della splendida realizzazione studiata e realizzata da un attore e regista teatrale americano Sam Wanamaker in collaborazione con la donazione di migliaia di persone di tutto il mondo: il Globe. Rifacimento completo del vecchio teatro (con gli stessi accorgimenti e materiali usati all’epoca era il 1576) in cui Shakespeare portava in scena le sue opere. Introno a questo rifacimento è sorta una vera e propria fondazione che si occupa di promulgare la cultura shakespeiriana in UK e nel mondo attraverso piece teatrali, ma anche programmi educativi per scuolem università e adulti. Un bell’esempio di privato che si occupa di pubblico.

e) Essere fieri di fare qualsiasi tipo di lavoro
Sarà un caso o forse no, sta di fatto che a Londra gli inglesi non solo fanno i manager o si occupano di grandi ristoranti o gestiscono catene alberghiere di prestigio; sono ancora i proprietari di bancarelle, negozi di souvenir, piccole attività ambulanti di ristorazione, ecc.. Portobello’s Road, il mercato di Camden (ma non solo) sono ancora per la stragrande maggioranza in mano a negozianti inglesi, da noi probabilmente sarebbero già stati invasi dai commercianti cinesi. Ci sono molte imprese di costruzione al lavoro nella city, beh credetemi non ho visto un solo muratore che non fosse inglese, senza contare il fatto che tutti e dico tutti rispettano le normative sulla sicurezza.

f) Spirito positivo che contagia chiunque si trovi in quel Paese, Italiani compresi
Passeggiando e visitando ogni possibile angolo di Londra con la famiglia, compatibilmente con i tempi che avevamo, non potete immaginare quante volte mi sono imbattuto in ragazzi/e italiani che sono a Londra per studiare e/o lavorare, su tutti spicca un ragazzo siciliano laureato con 110 e lode in agraria, che a Portobello’s Road lavora come barman ma che ha già una lettera di impegno per l’assunzione in una azienda inglese ad inizio 2014, queste le sue parole: “sono venuto via da un Paese bellissimo e da una regione bellissima come la Sicilia, per darmi da fare visto che in Italia non si parla altro che di disoccupazione, qui si fatica ma si lavora, alla faccia di chi pensa che siamo bamboccioni“, mi sembra che il messaggio sia chiaro e forte.

In conclusione perdonatemi se questa volta sono stato lungo, credo però ne sia valsa la pena, dobbiamo riprenderci la nostra vita, tornare a guardare al mondo in modo positivo, darci da fare ed i giovani questo lo hanno capito sia che si trovino in Italia sia all’estero, il nostro popolo ha tutte le carte in regola per riuscirci. Parafrasando Obama e Sinatra “the best is yet to come“!!!!

Alla prossima!!

Auguri per un futuro migliore.

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Auguri personali
Auguri personali

 

Il 2012 si avvia al termine e ci porta le festività natalizie, non è stato un grande anno anzi, forse uno dei peggiori da un punto di vista economico, tanto che la luce in fondo al tunnel della crisi sembra tardare ad arrivare.

Confindustria ci ha già detto che anche il 2013 sarà un anno duro e che solo nel 2014 inizierà la ripresa; certo anche lo scenario politico che sembra attenderci non è dei migliori. In un momento come questo, dopo il governo dei tecnici, ritrovarsi come candidati alla guida del Paese due politici datati come il duo BB (Bersani – Berlusconi) che tutto rappresentano fuorchè il nuovo di cui avremmo tutti bisogno, sono ulteriori segnali che questa Italia, sembra non voler capire che il futuro nostro e dei nostri figli dipende da noi e dalla nostra capacità in primis di ammettere e poi di imparare dagli errori che abbiamo commesso sino ad oggi… tutti… dai politici, agli imprenditori, dai sindacati, ai lavoratori, dalle famiglie, ai giovani; ognuno di noi, se si ferma a riflettere, non può non ammettere di aver commesso errori che ci hanno portato in questa situazione.

Inutile piangerci addosso, aspettare che la manna cada dal cielo, siamo sempre noi, con la nostra unicità, con la nostra voglia di fare, con la nostra ferma volontà nel crederci sempre e comunque ad essere artefici del nostro destino, questo il messaggio che lancio nelle righe del mio biglietto augurale e che sono il fondamento del Coaching a me tanto caro.

Sono sicuro che riusciremo nell’intento a patto che tutti decidano di agire; applicando il gergo sportivo che spesso uso nella mia attività di team coaching nello sport dico “le chiacchere stanno a zero, è ora di fare e dimostrare“.

Auguri a tutti!!!

R.U. e dintorni si ferma per le festività, riprenderò le pubblicazioni alla seconda settimana di Gennaio. Lo so cosa state pensando “ma come scrivi di agire e tu ti fermi?” in realtà non mi fermo mai.. anzi, proprio per dimostrare quello che scrivo, le festività natalizie sono per me un momento in cui iniziare a mettere su carta i tanti progetti che da tempo mi frullano in mente, per agire occorre pianificare altrimenti si va allo sbaraglio 🙂

Chiudo con una frase di Goethe che ho stampato ed appeso nel mio ufficio, mi auguro sia per voi di ispirazione come lo è per me:

“Qualunque cosa sogni, cominciala, l’audacia ha del genio, del potere, della magia.”

Alla prossima!!